17. Febbraio 2009

Dalla fondazione della nostra associazione, 20 anni fa, e dall’accettazione dell’iniziativa delle Alpi, 15 anni fa, molti obiettivi sono stati raggiunti. Tuttavia, per raggiungere il traguardo manca ancora parecchia strada e il nostro obiettivo lo vogliamo raggiungere fra 5 e non solo fra 10 anni. Se il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto, possiamo riempirlo. Quindi c’è ancora del lavoro da fare, da far bene, tenacemente e insieme!

Gli articoli 84, capoverso 2 e 182 della Costituzione federale affidano al Consiglio federale la competenza e l’incarico di mettere in pratica l’articolo sulla protezione delle Alpi. Poiché la Svizzera non ha un tribunale costituzionale, non abbiamo potuto costringere il Governo a rispettare questo incarico. Così il Consiglio federale ha scelto la lunga via legislativa, che nel frattempo è sfociata nella legge sul trasferimento del traffico merci approvata dal Parlamento. Ciò ha permesso al Parlamento di togliere elementi importanti dallo strumentario del trasferimento del traffico. Inoltre, di fatto s’è corso il rischio di sabotare la volontà popolare.

Da anni il popolo svizzero chiede – con coerenza e costanza – una politica dei trasporti che trasferisca efficacemente il traffico pesante dalla strada alla ferrovia: nel 1994 ha accolto e ancorato nella Costituzione l’articolo sulla protezione delle Alpi, come pure il principio della tassa sul traffico pesante (TTPCP); nel 1998 il popolo ha poi approvato la legge sulla TTPCP e il fondo per i trasporti pubblici, mentre due anni dopo ha accettato l’accordo sui trasporti terrestri e la legge sul trasferimento del traffico che giunge ora a scadenza (con il termine del 2009 per il trasferimento!); nel 2004 le cittadine e i cittadini hanno opposto un chiaro «no» al pacchetto «Avanti» col suo mastodontico programma di costruzioni stradali e il raddoppio del Gottardo.

Ci vuole in nuovo approccio
La politica di trasferimento del traffico ha bisogno di un nuovo approccio, più efficace, per uscire dalla situazione attuale che rischia di surriscaldarsi. Se non riusciamo adesso a ridurre rapidamente e decisamente il numero dei camion che attraversano le Alpi, saremo ben presto vittime di un ulteriore crescita del traffico pesante a scapito dei nostri polmoni e dell’ambiente.
Il Consiglio federale e in particolare il ministro dei trasporti devono agire. Due strumenti principali sono cruciali in questo memento: in primo luogo la rapida introduzione della borsa dei transiti alpini, uno strumento più che promettente, e in secondo luogo il graduale potenziamento delle capacità di trasporto su ferrovia del traffico di transito. Questo rende necessario un adeguamento dei prezzi di traccia (già approvato nell’ambito della nuova legge sul trasferimento del traffico del dicembre 2008) nonché il potenziamento puntuale della linea d’accesso al Gottardo (circa 90 milioni di fr., che possono essere stanziati nell’ambito del programma congiunturale della Confederazione).
Queste misure permettono di mettere a disposizione circa 8 milioni di tonnellate nette supplementari nel traffico merci transalpino antro il 2012/2013. È esattamente quanto necessario per dimezzare l’attuale valanga di TIR e raggiungere l’obiettivo di 650’000 camion in transito all’anno. Per questa ragione ho inserito anche il numero 5 nel titolo – affinché non siamo necessari altri 10 anni! Poiché nella nuova legge sul trasferimento del traffico c’è scritto in modo chiaro e preciso: «L’obiettivo deve essere conseguito al più tardi due anni dopo l’avvio dell’esercizio della galleria di base del San Gottardo.» Al più tardi: ciò non significa che non possiamo far altro che aspettare fino al 2019. Possiamo e dobbiamo raggiungere l’obiettivo prima di questa scadenza – nell’interesse di coloro che abitano lungo gli assi di transito (e non sono solo gli Urani e i Ticinesi) nonché dell’ambiente – è quanto dobbiamo al popolo svizzero!

Può darsi che l’associazione «Iniziativa delle Alpi» sia diventata un po’ più tranquilla nei 15 anni trascorsi dalla leggendaria vittoria alle urne, come dice l’ex Consigliere federale Adolf Ogi (vedi pag. 3 e ss. in questo Eco). Con le nostre proposte, critiche ed azioni siamo però sempre ancora la forza trainante che dà un’impronta indelebile alla politica dei trasporti nelle Alpi e contemporaneamente ha un’influenza importante sulla politica dei trasporti europea.

Pensare per tutto l’arco alpino e agire in tutta la regione alpina: questo resterà un principio fondamentale per l’Iniziativa delle Alpi. Ciò significa che vogliamo restare attivi sul piano regionale, nazionale e internazionale, al servizio della realizzazione dell’incarico popolare. Naturalmente siamo contenti per gli obiettivi che abbiamo già potuto centrare, ma insoddisfatti per la metà ancora vuota del famoso bicchiere. Per riempirlo c’è ancora molto lavoro da fare e vogliamo dare un avvertimento: se dovesse confermarsi che il Consiglio federale o il Parlamento sabotano la politica di trasferimento, la parola passerà di nuovo al popolo e questo ben prima del 2019. Buon lavoro a tutti noi!