22. Luglio 2013

Per esempio le donne PPD, i giovani PPD, i verdi liberali svizzeri, il PEP, i liberali per l’ambiente di San Gallo e del Ticino, grandi Cantoni come Basilea Città, Berna, Ginevra, San Gallo, Vaud e il Parlamento di Neuchâtel, il Canton Uri, gli ingegneri e gli esperti del traffico svizzeri – sono tutti contrari al raddoppio del Gottardo.

tob. No, le avversarie e gli avversari del raddoppio del Gottardo non possono essere messi tutti nello stesso cassetto. Persino il partito della ministra dei trasporti Doris Leuthard è diviso. Così le donne e i giovani PPD hanno preso posizione contro il progetto di secondo
tubo della loro Consigliera federale. È quanto è emerso dalla consultazione sul risanamento della galleria del Gottardo.

Un ardito inganno
Le donne PPD fanno notare, tra l’altro, che dal 2016 sarà in funzione l’opera da 20 miliardi della NTFA e che questo nuovo collegamento ferroviario da e per il Ticino «dovrà essere usato efficientemente e sfruttato appieno». Se si costruisse una seconda galleria stradale, non sarebbe il caso. E in merito alla sicurezza le donne PPD scrivono: «un divieto fondamentale di circolazione dei camion in galleria sarebbe più efficiente della separazione per senso di marcia delle corsie». L’assemblea dei delegati dei giovani PPD s’è anch’essa espressa chiaramente contro il raddoppio del Gottardo. Ritiene che sia irrealistico pensare che, una volta disponibili due gallerie, entrambe verrebbero usate su una sola corsia, come promette il Consiglio federale. Con questo argomento si inganna il popolo, affermano i giovani PPD.

Garanzie senza valore
I Cantoni di Berna, Basilea Città, Ginevra, San Gallo, Uri, Vaud e Neuchâtel (parlamento) respingono il raddoppio del Gottardo senza dare adito a dubbi. Interessanti sono anche le risposte di altri 11 Cantoni, da Basilea Campagna a Friborgo, Glarona, Lucerna, Nidvaldo, Obvaldo, Sciaffusa, Svitto, Turgovia, Vallese e Zurigo. Il loro sì a una seconda canna
è condizionato da un grosso «ma». Concretamente vogliono garanzie che il raddoppio del Gottardo non abbia conseguenze sull’«esercizio, la manutenzione e l’ampliamento dell’infrastruttura stradale in altre zone, in particolare negli agglomerati». La stessa richiesta è formulata anche dall’Unione delle città svizzere, dal Centre Patronal e dalla Fédération des Entreprises Romandes. Solo che, indipendentemente dalle promesse che il Consiglio federale farà alle varie regioni, non potrà mai impegnarsi a realizzare effettivamente tutti i progetti. Già oggi la Confederazione non ha abbastanza soldi per le opere più urgenti. La scarsità dei mezzi finanziari rende prive di valore le promesse politiche – e probabilmente trasforma i «sì, ma» in un «no».

Vane promesse
In quasi tutte le risposte alla procedura di consultazione si sottolinea che la capacità stradale al Gottardo non dovrà essere aumentata. Onestamente bisogna dire che, se dovesse essere disponibile un secondo tunnel, questa limitazione non potrà essere mantenuta. Già oggi la Confederazione ha «adottato diverse misure per gestire meglio la capacità della rete, incrementare il flusso di traffico e ridurre le code».
Di queste misure fa parte l’apertura al traffico di 125 chilometri di corsie di sicurezza! Vuol dire: nessuna legge impedirà mai veramente l’uso della galleria del Gottardo su quattro corsie. Anche l’accordo sui trasporti terrestri con l’UE non permette una limitazione artificiale delle capacità disponibili.
Non c’è dunque da meravigliarsi che i cantoni Argovia e Obvaldo, nonché le FFS, esigano che l’uso su una sola corsia di entrambi i tubi sia non solo ancorato in una legge, ma regolato anche da un trattato con l’UE. Che l’UE entri in materia su questa richiesta è improbabile quanto una richiesta d’adesione dell’UDC all’Unione europea. È dunque chiaro che, se si vuole mantenere la limitazione della capacità, bisogna opporsi al raddoppio del Gottardo. Se il secondo tunnel dovesse essere realizzato, tutte le promesse saranno vane.
E cosa vale una legge adottata adesso, ma che sarà applicata solo nel 2030, a raddoppio ormai realizzato e con Doris Leuthard ormai in pensione? Anche qui bisogna onestamente dire che una tale legge non vale niente.