18. Maggio 2021

Thomas Giedemann è alla terza generazione di ferrovieri in famiglia. Per 30 anni ha condotto treni attraverso la Svizzera. I turni di FFS Cargo sono però diventati sempre più disumani, afferma il Ticinese. Recentemente si è dimesso per motivi di salute.

tob. Thomas Giedemann ha iniziato alle FFS quando aveva 20 anni. Era il sogno di un ragazzo che si avverava. Sedeva nella locomotiva e guidava treni passeggeri dal Ticino a Zurigo e a Lucerna, trasportava migliaia di tonnellate di merci sulla linea del Gottardo con la sua motrice e accompagnava pendolari nel trasporto regionale ticinese. Guidava di giorno e di notte. Per lui, nel 1991 il mondo del macchinista era ancora a posto.

La suddivisione
Molto è cambiato con la riforma ferroviaria del 1999. All’insegna della liberalizzazione, le FFS sono state trasformate in una società per azioni e suddivise in tre settori: trasporto passeggeri, trasporto merci (FFS Cargo) e infrastrutture. Giedemann ha solo potuto scegliere in quale divisione avrebbe voluto lavorare in futuro. Ha scelto FFS Cargo. «All’inizio mi era ancora permesso di guidare treni passeggeri di tanto in tanto, ma non per molto», racconta.

Poi c’erano spesso dei problemi se, per esempio, un treno passeggeri si fermava a causa di una locomotiva difettosa e il treno merci semplicemente passava. Ciò non sarebbe accaduto prima che le FFS fossero divise in tre aree separate. «Quando il nuovo responsabile di FFS Cargo è venuto a Bellinzona in aereo per un incontro, ci siamo chiesti: sarebbe questo il nuovo stile delle ferrovie?»

La riduzione
Non solo il lavoro di macchinista non è più lo stesso, ma anche il trasporto merci in Svizzera è sensibilmente cambiato. FFS Cargo ha rimosso quasi la metà di tutti i cosiddetti punti di servizio. Ciò significa che le ferrovie accettano merci per il trasporto in un numero sempre minore di posti in Svizzera. Le quote di mercato delle FFS nel trasporto merci interno hanno quindi continuato a ridursi e numerosi posti di lavoro sono andati persi.

Per Thomas Giedemann è chiaro: «una rete ferroviaria capillare per le merci fa parte del servizio pubblico. Se ci si concentra solo sugli assi principali, non funziona. Lo hanno constatato anche le FFS e i politici nel trasporto passeggeri. Certo, le tratte Zurigo – Berna o Ginevra – Losanna valgono oro, ma solo grazie al trasporto regionale meno redditizio che apporta loro i passeggeri».

La notte
Thomas Giedemann, figlio di una Ticinese e di un Basilese, è da tempo membro dell’Iniziativa delle Alpi. All’età di 22 anni ha cominciato a impegnarsi nel tempo libero per i problemi dei ferrovieri. Dall’inizio dell’anno lavora al segretariato ticinese del sindacato del personale dei trasporti SEV. Se gli si parla a lungo, si resta stupiti dalla sua grande competenza e si nota il suo entusiasmo per le ferrovie – e anche il suo rimpianto per aver dovuto smettere di lavorare come macchinista, perché il suo corpo 50enne non reggeva più.

«In passato, c’era molta più varietà nei turni per i macchinisti e più buon senso nella definizione dei loro compiti. Ma, per finire, guidavo praticamente solo ancora i treni merci di notte. Questo ti stanca, soprattutto quando invecchi». Il macchinista non è l’unico che lavora di notte. Ma è seduto da solo nella cabina di guida, è buio dentro e fuori, mentre il motore canticchia la sua nenia monotona e soporifera. «Tutto dice al corpo di dormire – ma non deve».

Le chiusure
Quando, a seguito della liberalizzazione, nel 2004 un certo numero di treni merci furono persi ad altre compagnie ferroviarie sulla tratta del Gottardo, Thomas Giedemann seguì dei corsi di perfezionamento e guidò per FFS Cargo anche treni per l’Italia, principalmente per Gallarate a ovest di Milano. «Il Ticino è una regione periferica, quindi ogni posto di lavoro è importante», dice. Il Cantone ha lottato per le officine di Bellinzona, anche con uno storico sciopero. Ora le officine saranno trasferite a Castione. Non sarebbe poi così male se non fosse per oltre 150 posti di lavoro persi.

Anche oltre Gottardo, a Goldau, FFS Cargo vuole chiudere un deposito. È una decisione difficile da digerire, soprattutto per i macchinisti della Svizzera centrale, dopo la chiusura del deposito FFS Cargo di Erstfeld. I turni per i treni merci spesso iniziano nel cuore della notte, quindi sarebbe bene se le persone potessero vivere sul posto, invece di dover guidare l’auto per andare al lavoro. Anche Thomas Giedemann non capisce questa decisione, giacché il nuovo sistema informatico Caros di FFS Cargo indica l’ubicazione di Goldau come un deposito economicamente ragionevole, in cui è possibile sostituire un macchinista.

Thomas Giedemann non ha famiglia, il che è un vantaggio in questo lavoro.
«I viaggi notturni sui treni merci stanno diventando sempre più estremi e indegni», riassume. Stava diventando troppo per il suo corpo. Ora alle FFS manca un altro macchinista esperto e motivato.

In uno dei prossimi numeri dell’«eco» l’Iniziativa delle Alpi presenterà la prospettiva interna di FFS Cargo.