Importare acqua dalle isole Figi – è un’assurdità! Agisce invece responsabilmente chi acquista i prodotti alimentari della propria regione. Così hanno giudicato le 4500 persone che hanno votato per i premi «Sasso del Diavolo» e «Cristallo di rocca». Il comportamento dei consumatori può cambiare molte cose.
ip/tob. C’è una grossa differenza se si beve l’acqua del rubinetto oppure si consuma un’acquetta che è stata trasportata per più di 22’000 chilometri come la «Fiji» delle isole Figi nel Pacifico del sud. La differenza non sta nel gusto dell’acqua, ma nel fatto che il trasporto d’una bottiglia di acqua «Fiji» causa 12’000 più CO2 che la stessa quantità d’acqua del rubinetto. Consumare quest’acqua in Svizzera è particolarmente insensato poiché le isole Figi sono direttamente minacciate dall’innalzamento del livello del mare conseguente al riscaldamento climatico.
Più del 70 per cento dei votanti hanno scelto l’acqua «Fiji» come trasporto più assurdo. Erano nominati per il «Sasso del Diavolo» anche due altri prodotti: il «Caffè Latte Extra Shot», prodotto dalla Emmi in Germania con latte svizzero, e il salmì di cervo della Migros, con carne di cervo della Nuova Zelanda. Solo da alcuni mesi negozi come la Manor o Globus vendono l’acqua «Fiji». Ciò ha portato a un forte aumento delle importazioni. Un esempio fra tanti. Non è un caso se l’OCSE prevede un aumento del 160 per cento delle emissioni di CO2 dovute al traffico merci entro il 2050.
La «Fiji» è importata dalla ditta zurighese Trivarga SA. Non è stata contenta del «Sasso del Diavolo» e nessuno ha voluto prenderlo in consegna personalmente. Le attiviste e gli attivisti dell’Iniziativa delle Alpi l’hanno depositato comunque davanti alla sede della ditta. «Vogliamo sensibilizzare le consumatrici e i consumatori sui tragitti, spesso molto lunghi, che i prodotti percorrono prima di giungere sugli scaffali di vendita», ha affermato Jon Pult in occasione della consegna del premio.
Sensatamente regionale
La Città di Losanna ha intenzioni ben diverse rispetto agli importatori dell’acqua «Fiji». Ha ricevuto il «Cristallo di rocca», il premio per idee innovative per ridurre i tragitti di trasporto oppure compierli in modo possibilmente ecologico. «È per noi un piacere e un onore ricevere un premio come questo», ha detto la Municipale Natascha Litzistorf, ricevendo il «Cristallo di rocca» da Laurent Seydoux, membro del Comitato dell’Iniziativa delle Alpi. Il cristallo proviene dal Canton Uri.
Il Municipale David Payot ha rilevato che, con questo progetto, la città affronta una grande sfida. Le grandi cucine della Città di Losanna, che ogni giorno preparano 6400 pasti e, per esempio, riforniscono le scuole, sono tenute a acquistare il 70 per cento degli alimenti che preparano da una zona nel raggio di 70 chilometri.
«Il progetto ha un ruolo di guida e noi speriamo che altre mense e cucine seguano l’esempio, acquistino nella regione e così scelgano vie di trasporto possibilmente corte», ha detto Laurent Seydoux a Losanna: «l’obiettivo comune di tutti noi deve essere diminuire le emissioni CO2 e fermare i cambiamenti climatici. Ridurre i tragitti di trasporto ne fa parte come anche il trasferimento del traffico delle merci dalla strada alla ferrovia», ha spiegato Laurent Seydoux.
La scelta era fra il progetto losannese e due altre buone idee. Una proviene dalla ditta zurighese ImagineCargo, che è partner delle FFS e ha realizzato un servizio di consegna bici-treno-bici. Un altro candidato è stato il progetto «laines d’ici». Ha sede a Cernier nel Canton Neuchâtel, raccoglie ogni anno fino a quattro tonnellate di lana dell’arco giurassiano e vuole lavorare gran parte di questo materiale direttamente sul luogo.
E adesso?
Col premio «Cristallo di rocca» l’Iniziativa delle Alpi vuole animare a ripensare i tragitti di trasporto e individuare soluzioni innovative. Non bisogna probabilmente aspettarsi che il premio «Sasso del Diavolo» porti la ditta Trivarga SA a ripensare il suo modello commerciale. Ma ci aspettiamo che le consumatrici e i consumatori pensino alle inutili emissioni di CO2 di una bottiglia d’acqua «Fiji» e spengano la loro sete con acqua indigena, più rispettosa del clima o, ancora meglio, bevano l’acqua del rubinetto. Forse anche l’uno o l’altro grosso distributore rifletterà se vuole ancora offrire questo prodotto.
Che ne è della Coca-Cola?
L’Iniziativa delle Alpi ha attribuito il «Sasso del Diavolo» per la prima volta nel 2002 e l’ultima volta due anni fa, quando andò alla Coca-Cola, che produce bevande anche in Svizzera, le fa imbottigliare in lattine in Italia e importare con i camion via il Gottardo. Dal febbraio 2016, tuttavia, almeno le lattine non sono più portate in Svizzera con i camion, ma con la ferrovia. Secondo la Coca-Cola, così si possono evitare 40 viaggi di camion la settimana. Secondo il portavoce della ditta, Patrick Bossart, non è comunque previsto di riempire le lattine direttamente in Svizzera.
E la panna montata?
Nel 2002 il primo «Sasso del Diavolo» è andato alla Migros e alla Coop. Facevano trasportare la loro panna fino a 2000 chilometri, per farla confezionare in lattine in Belgio e in Italia, da dove tornavano poi in Svizzera. Una domanda all’impresa ELSA, la cui panna viene sempre ancora venduta dalla Migros, ha avuto per risposta che tutto è rimasto come prima. Tristan Carf, portavoce della Migros, spiega che l’anno scorso 33 camion, partiti da Estavayer-le-Lac, hanno portato 20’000 chili di panna nel Belgio, distante 700 chilometri. La ragione: la quantità sarebbe troppo modesta per organizzare il trasporto con la ferrovia. Almeno ora il camion che porta la panna in Belgio non ritorna più vuoto…
E Nestlé?
Nel 2003 il «Sasso del Diavolo» è stato assegnato alla Nestlé, il leader mondiale dell’acqua in bottiglia. Nestlé importa con autocarri acque minerali come San Pellegrino, Contrex, Perrier e Vittel. Meike Schmidt, responsabile della comunicazione, ha dichiarato su domanda che ci si sforza costantemente di ottimizzare i trasporti. Di fatto anche oggi solo una piccola parte è trasportata con la ferrovia. Nel 2007 la multinazionale ha acquistato due fonti minerali svizzere, Henniez e Cristalp. Anche queste bottiglie sono consegnate coi camion. Solo il Ticino è rifornito soprattutto con la ferrovia.
I lunghi tragitti dai Paesi Bassi che i pani precotti della Délifrance SA compiono per arrivare fin qui, sono stati all’origine del «Sasso del Diavolo» del 2004. Questi pani erano venduti, per esempio, dalla COOP. Oggi Délifrance non rifornisce più la Coop.
E i rifiuti?
Nel 2005 il «Sasso del Diavolo» è andato all’inceneritore di rifiuti (KVA) di Trimmis, nel Canton Grigioni. Una delle ragioni era che i rifiuti dell’Alta Engadina non prendevano la via più breve per Trimmis, ma facevano una deviazione di 55 chilometri per Niederurnen, nel Canton Glarona. È un’assurdità che continua tuttora.
Una critica era anche che a Trimmis si bruciano rifiuti provenienti dall’estero. Anche questa pratica non s’è interrotta. Stando al rapporto d’attività 2016, nel 2016 a Trimmis sono state incenerite 7800 tonnellate di rifiuti provenienti dall’Austria, 8500 tonnellate dall’Italia e 2100 tonnellate dalla Germania.
D’ora in poi, l’Iniziativa delle Alpi attribuirà i premi «Sasso del Diavolo» e «Cristallo di rocca» regolarmente ogni anno. Da un lato si tratta di incoraggiare le ditte a rivedere i propri tragitti di trasporto. D’altra parte, si vuole sensibilizzare le consumatrici e i consumatori a essere più attenti nei loro acquisti. Segnalateci buoni e cattivi esempi!