L’Iniziativa delle Alpi ha inoltrato opposizione contro il progetto di Area multiservizi e centro di controllo veicoli pesanti di Giornico. Fondamentalmente l’associazione sostiene la realizzazione dei centri di controllo dei TIR, ma non se sorgono, come in questo caso, nel posto sbagliato e abbinati ad infrastrutture inutili e dannose. All’ex Monteforno sarebbe possibile controllare solo il traffico pesante sull’asse del Gottardo, e ciò dopo che delle potenziali bombe viaggianti avranno attraversato le parti più densamente insediate del Ticino, mentre resterebbe libera la scappatoia del San Bernardino. Inoltre, l’iniziativa delle Alpi critica l’inadeguata base legale, i costi troppo alti e la carente giustificazione tecnica ed ambientale del progetto pubblicato. Invece di procedere ad un risanamento ambientale e sanitario della disastrata Bassa Leventina, Cantone e Confederazione si apprestano a cementare un dissesto territoriale e ambientale insostenibili.
L’Iniziativa delle Alpi sostiene fermamente la realizzazione di un centro per il controllo del traffico pesante a sud delle Alpi. Deve però sorgere il più a sud possibile rispetto alla diramazione fra l’A2 e l’A13, in modo da poter controllare anche il traffico sull’asse del San Bernardino ed evitare che delle potenziali bombe viaggianti attraversino tre quarti del Ticino più densamente abitato prima di essere controllati. Altrimenti i veicoli pesanti non in regola cercherebbero scampo sull’A13, considerato che il ventilato centro di controllo in Mesolcina non è parte del progetto.
Con un apposito studio l’Iniziativa delle Alpi ha dimostrato la fattibilità di un impianto per il controllo dei TIR direttamente sull’area della dogana di Chiasso-Brogeda. Questa opzione sarebbe anche molto meno cara : circa 15 milioni di franchi rispetto agli oltre 125 milioni indicati risp. ai 150 mio. presumibili per Giornico, quasi 3 volte in più del centro di controllo in fase di completazione nel Canton Uri. Le possibili alternative al progetto di Giornico non sono purtroppo state debitamente valutate e considerate nell’incarto ora pubblicato.
Sovradimensionato
Il progetto di Giornico non comprende solo gli impianti strettamente necessari per il controllo dei veicoli pesanti, ma anche un allacciamento autostradale, un maxi-posteggio per i camion, officine e ulteriori servizi anche per il traffico privato. Per l’Iniziativa delle Alpi è chiaro che solo l’infrastruttura necessaria per i controlli può essere finanziata dalle casse pubbliche. Per la gestione del dosaggio in forma transitoria, in vista dell’introduzione della Borsa dei transiti alpini, si impone una soluzione meno invasiva e costosa rispetto al prospettato maxi-parcheggio. Infatti né la legislazione sulle strade nazionali né quella sul trasferimento del traffico giustificano invece ulteriori opere a beneficio del traffico pesante. Favorire quest’ultimo contraddice anzi la politica di trasferimento strada/ferrovia. L’articolo costituzionale sulla protezione delle Alpi prevede che il traffico pesante in transito sia ridotto drasticamente: la legge ha stabilito un volume massimi di 650’000 passaggi all’anno, ciò che corrisponde a un dimezzamento dell’attuale volume di traffico. Il centro multi servizi, di controllo e di dosaggio previsto a Giornico – con i suoi 350 posteggi per TIR, estendibili fino ad un massimo di 660 in casi d’emergenza – è quindi chiaramente sovradimensionato.
Esame d’impatto ambientale carente
Nei suoi tratti essenziali, il rapporto d’impatto ambientale del progetto indica unicamente che l’inquinamento dell’aria nella regione non aumenterebbe o crescerebbe solo di poco, mentre si procederebbe al risanamento del terreno dell’ex Monteforno. Il risanamento dell’area è tuttavia obbligatorio anche senza centro di controllo, in quanto imposto dalla legislazione ambientale. Nel caso dell’inquinamento atmosferico, invece, il rapporto non considera sufficientemente che il progetto verrebbe realizzato nella sensibile regione alpina, protetta a norma del diritto elvetico quanto da trattati internazionali. Anche in questo caso è centrale il trasferimento del traffico delle merci dalla strada alla rotaia, mentre ulteriori carichi ambientali vanno evitati.
Si evidenzia inoltre che nell’analisi dei rischi non è stato considerato e valutato lo scenario del possibile grande incendio nell’estesa e concentrata area di sosta dei veicoli pesanti (tanto peggio in notturna): l’EIA ipotizza la combustione di un massimo di 20 TIR, senza spiegare come nello spazio di pochi minuti altri 200 o 300 camion stazionati potrebbero lasciare indenni l’area di sosta. Infatti le esperienze accumulate negli ultimi anni in relazione ad incendi di TIR e fenomeni di autoaccensione dovuti alla propagazione del calore a distanze non solo ravvicinate, evidenziano l’assoluta inadeguatezza dei parametri assunti e dello scenario più sfavorevole assunto. Tenuto conto della tecnica di stoccaggio dei VP in caso di incendio fortuito di un solo autocarro in mezzo all’area (al carico e/o al serbatoio carburanti) potrebbe essere coinvolto un numero fors’anche 10 volte superiore al massimo assunto e la propagazione anche verso gli edifici della zona industriale adiacente non potrà essere tanto facilmente esclusa. Se questo scenario avviene in concomitanza con forte vento da nord (fenomeno frequente in zona) si produrrebbe una vera e propria catastrofe ambientale.
La conclusione riportate nel Rapporto d’impatto ambientale (RIA), per un’opera che emana da Enti pubblici con i ben conosciuti compiti di risanamento riferiti allo sfavorevole catino della Bassa Levantina, è semplicemente vergognosa e inaccettabile:
“La realizzazione dell’opera non compromette e/o peggiora la situazione esistente(attualmente all’interno del perimetro di studio considerato esiste già una gestione dei VP) e pertanto risulta essere giustificabile da un punto di vista ambientale.” (Cap. 8.1 RIA)
Nell’attuale contesto di pressoché costante superamento dei valori limite di parecchi agenti inquinanti l’aria, le nostre autorità pongono quale limite di giustificabilità dell’opera non un miglioramento sostanziale della situazione da qui ai prossimi 5, 10 o 20 anni, ma un semplice “non peggioramento dello stato attuale”, come se la salute della popolazione locale fosse un accessorio trascurabile.
In sintesi la valutazione ambientale risulta lacunosa in relazione a:
analisi delle varianti alternative ipotizzabili
rischi di grandi incidenti e conseguenti pericoli ambientali e sanitari per la popolazione;
approfondimento della problematica di approvvigionamento energetico riguardo al riscaldamento dell’area di parcheggio per provocare lo scioglimento delle nevi;
analisi degli impatti sulla qualità dell’aria dovuti alla particolare situazione topografica, meteorologica e climatica della Bassa Leventina;
conseguente analisi di compatibilità sanitaria (in relazione agli impatti sulla salute della popolazione in ambito locale e regionale);
analisi e valutazione degli aspetti paesaggistici (mancante);
completazione analisi degli aspetti economici (parziale e inadeguata);
completazione indagini e valutazione costi di risanamento riguardo ai siti contaminati (lacunose).
Già solo questo elenco evidenzia l’impossibilità di entrare in materia sul progetto presentato, senza contare l’inadeguata base legale per gran parte delle opere (precisata nell’opposizione).
Le alternative esistono, molto meno costose e più efficienti
Con la sua proposta di istituire una borsa dei transiti alpini (BTA) e con l’opposizione contro un progetto come quello di Giornico, sovradimensionato, inefficiente e ultracostoso, l’Iniziativa delle Alpi vuole semplicemente far finalmente applicare coerentemente la politica di trasferimento voluta dal popolo. I controlli dei TIR sono necessari, ma non richiedono infrastrutture eccessive che di fatto rischiano di favorire ulteriormente il traffico pesante grazie al megaprogetto proposto (v. opzione alternativa descritta nel Rapporto tecnico del novembre 2006: https://www.alpeninitiative.ch/d/Sonstiges-Details.asp?ID=55). Per la fase di transizione fino alla realizzazione di un centro di controllo completo l’Iniziativa delle alpi ha già da tempo proposto la realizzazione di strutture provvisorie in Dogana e lo svolgimento di controlli supplementari con strutture mobili posizionabili nelle aree di servizio più prossime alla Dogana di Chiasso.
D’altro canto la gestione dei TIR con l’attuale sistema di dosaggio non ha da durare indefinitamente, bensì va sostituito al più presto grazie all’introduzione della BTA. Nella fase di transizione occorre risolvere gli innegabili inconvenienti odierni presso l’area di sosta di Giornico e a ritroso fino a Biasca (in particolare problemi di sicurezza stradale e inquinamento ambientale). Un’adeguata risposta può essere ottenuta più rapidamente e con un impegno finanziario molto più contenuto grazie a soluzioni alternative come ad esempio quella proposta dall’Iniziativa delle Alpi di creare in forma provvisoria su brevi tratti dell’A2 discosti dagli abitati una 3. corsia riservata e telegestita con 3-4 pacchetti per complessivi ca. 150 posti di sosta (soluzione che può servire in parte anche per poter gestire al meglio la fase d’introduzione della Borsa dei transiti alpini). Si veda in proposito il relativo Rapporto tecnico fatto allestire dell’Iniziativa delle Alpi nell’ottobre del 2005 (https://www.alpeninitiative.ch/d/Sonstiges-Details.asp?ID=54).
La volontà popolare, più volte confermata in votazione, impone alle autorità di mettere finalmente in pratica il trasferimento dalla strada alla ferrovia, evitando quindi di realizzare infrastrutture inutili e costose in quanto sovradimensionate e inefficienti.
Maggiori informazioni, incluso il testo dell’opposizione:
> pdf Procedura prevista per l’approvazione del progetto
> pdf IdA Opposizione AMS 080710
> pdf Pollegio Opposizione AMS 080709
> pdf Comunicati stampa
> pdf relazione tecnica (3.8 MB)
> pdf rapporto d’impatto ambientale (5.6 MB)
Per eventuali domande:
Fabio Pedrina, Presidente, Consigliere nazionale 079 249 29 42
Segretariato Iniziativa delle Alpi: 041 870 97 81