Il riscaldamento climatico ha effetti drammatici nelle Alpi. Non ci sono solo i ghiacciai che si sciolgono rapida-mente o le montagne che si sgretolano perché scongela il permafrost. Anche i boschi soffrono. I boschi proteggono la vita nelle Alpi. Impediscono che lavine o frane di roccia crollino sui villaggi, sulle strade e linee ferroviarie. Le radici degli alberi solidificano i pendii scoscesi e impediscono le inondazioni, che proprio con le forti piogge dovute al cambiamento climatico sono più frequenti. La protezione delle Alpi è protezione del clima e la pro-tezione del clima è protezione delle Alpi. L’adozione di misure efficaci è d’importanza vitale. Grazie per il vostro sostegno!
Il bosco protettivo ha bisogno di protezione.
I ghiacciai che si sciolgono rendono drasticamente visibile il riscaldamento climatico nelle Alpi. Frane fatali mostrano le conseguenze mortali del permafrost che scongela. Anche i boschi soffrono per il rialzo delle temperature.
Più della metà dei boschi svizzeri proteggono gli abitanti, i villaggi e le infrastrutture. Nei cantoni di montagna ci sono fino al 90 per cento di boschi protettivi. Gli alberi devono però poter crescere per anni e decenni prima di avere la loro funzione protettiva.
Il bosco protettivo è minacciato per diversi motivi dovuti ai cambiamenti climatici:
- in molte zone prevale l’abete rosso, particolarmente sensibile alle estati con poche precipitazioni. Estati con scarse piogge sono diventate frequenti qui da noi. È ancora più drammatico se si susseguono diverse estati secche.
- Il bostrico si diffonde nelle foreste di abeti indeboliti. La siccità facilita la sua diffusione e, poiché gli inverni diventano più miti, si sposta sempre più verso l’alto.
- Venti e raffiche hanno effetti devastanti nei boschi che non sono in buono stato. Se gli alberi sono piegati o spezzati in vaste zone, ci vogliono anni prima che il bosco possa di nuovo assicurare la sua funzione protettiva.
- Gli incendi boschivi sono frequenti nelle foreste secche e indebolite. Se sul terreno c’è molta legna secca, le fiamme si diffondono ancora più rapidamente.
Se dopo avvenimenti di questo tipo viene a mancare il bosco, viene a mancare anche la sua protezione dalle frane, dagli scoscendi-menti e dalle valanghe. Inoltre, sui pendii ripidi l’erosione del terreno è più intensa.
Dal 1864 la temperatura media annuale in Svizzera è salita di 1,8 gradi. È il doppio rispetto alla media mondiale. Gli inverni più miti mettono in difficoltà soprattutto le destinazioni turistiche più piccole. La situazione non cambia neppure con i costosi impianti d’innevamento artificiale. Anche i boschi avranno bisogna di ancora più cure in futuro. In parte bisognerà persino sostituirli con strutture artificiali molto care, poiché negli anni a venire il clima cambierà così fortemente e rapidamente che ai boschi mancherà il tempo per adattarsi e rigenerarsi.
Cosa bisogna fare? L’anidride carbonica (CO2) è il più importante gas a effetto serra causato dall’uomo. Le emissioni di CO2 devono essere radicalmente ridotte, proprio anche nel settore del traffico e dei trasporti. Se vogliamo mantenere le Alpi come spazio vitale e ricreativo, allora bisogna
- evitare i trasporti inutili;
- trasferire sulle rotaie i trasporti di merci;
- inasprire le norme sui gas di scarico dei camion e in futuro renderli neutrali per il clima.
Le temperature crescenti non minacciano le Alpi solo domani o dopodomani. Hanno effetti molto concreti già oggi. I vasti incendi boschivi in Mesolcina nel 2016/2017 o a Leuk durante la calda estate del 2003 l’hanno evidenziato, come anche lo scoscendimento al Pizzo Cengalo presso Bondo nel 2017. Ci sono innumerevoli altri esempi che indicano quali effetti catastrofici abbia il riscaldamento climatico nelle Alpi.
Noi ci impegniamo ogni giorno per l’ado-zione di misure efficaci per impedire un ulteriore riscaldamento del clima – per la salvaguardia delle Alpi, per il nostro spazio vitale e di rigenerazione.