Questa domanda è al centro di una nuova pubblicazione della Commissione europea. Gran parte dell’inquinamento atmosferico e fonico deriva dal traffico e anche le emissioni di CO 2 crescono più del normale proprio in questo settore. Sono fatti che la Commissione europea riconosce, ma tace sulle misure concrete che andrebbero adottate.
ta. Col suo documento sul futuro dei trasporti, la Direzione generale trasporti della Commissione europea prepara un nuovo libro bianco per l’anno 2010. Quali sfide principali vengono indicate l’invecchiamento della popolazione, l’immigrazione e la mobilità interna, come anche i cambiamenti climatici, la diminuzione dei combustibili fossili nonché l’urbanizzazione e la globalizzazione. La pubblicazione ha suscitato molte critiche: le organizzazioni ambientaliste si sono dette scioccate e deluse. Se la futura politica dei trasporti sarà così poco ambiziosa, ciò causerà «gravi problemi», ha dichiarato per esempio l’associazione mantello europea per i trasporti e l’ambiente T&E. La NZZ ha commentato che la strategia di politica dei trasporti dell’UE rischia l’arbitrarietà e che non si affrontano i conflitti fra gli obiettivi. Persino rappresentanti della stessa Direzione generale dell’ambiente della Commissione europea – appartenente allo stesso ente degli autori del documento – hanno preso le distanze dal rapporto.
Mancano misure contro i cambiamenti climatici
Il documento sul futuro della politica dei trasporti ammette che «l’ambiente è il più importante settore politico, nel quale sono necessari ulteriori miglioramenti» e che in nessun altro settore economico dell’UE l’aumento delle emissioni di gas a effetto serra rispetto al livello del 1990 è così rilevante come nel campo dei trasporti. Tuttavia, non entra praticamente in materia sugli ambiziosi obiettivi climatici dell’UE e sulle misure che andrebbero prese nel settore dei trasporti. Le organizzazioni ambientaliste chiedono invece che qui siano adottate contromisure efficaci. Non basteranno motori con minori emissioni di CO2. Secondo le associazioni ambientaliste è preoccupante che, nonostante vi sia un’acuta necessità di intervento, vi sia così poco impegno persino nell’adottare le misure necessarie e note da molti anni, come l’internalizzazione dei costi esterni. Continuando di questo passo, gli obiettivi climatici resteranno in gran parte lettera morta.
Nessuna prospettiva innovativa
Nel suo documento la Commissione scrive che «nel trasferimento del traffico su vettori più efficienti (…) sono stati registrati solo progressi limitati». E resta su questa constatazione. Anche in questo caso non ci sono riflessioni su come si potrebbe intervenire, sebbene in passato siano già state avanzate proposte fattibili. Ci sarebbe, per esempio, la borsa dei transiti alpini proposta dall’Iniziativa delle Alpi, uno strumento efficiente ed efficace – come hanno recentemente affermato i ministri dei trasporti dei paesi alpini. Nel documento della Commissione non si menzionano neppure i sistemi di management della domanda di trasporto. Sembra che gli autori del documento partano dal presupposto che il traffico può continuare a crescere senza limiti. Eppure persino un veicolo a emissioni zero, richiederebbe dello spazio, e questo spazio è sempre più limitato. Nelle città e nelle regioni montane particolarmente sensibili dal punto di vista ecologico, i limiti di capacità sono in parte già raggiunti. Una crescita illimitata sarebbe quindi improponibile, già solo perché non è possibile ampliare continuamente le strade e i posteggi.
Senza consultare le persone colpite
Finora il processo per l’elaborazione del nuovo libro bianco sui trasporti è stato poco trasparente e poco equilibrato – alla conferenza preparatoria erano presenti soprattutto rappresentanti dell’industria. Ora, a posteriori, si intende coinvolgere anche la popolazione. La relativa consultazione è aperta fino alla fine di settembre. Se finora l’amministrazione europea non ha avuto il coraggio di fare i passi necessari, forse un’ ampia partecipazione popolare potrà aiutarla ad adottare misure concrete.