22. Aprile 2015

Jon Pult – «uno dei maggiori talenti della politica svizzera» – presiede da un anno l’Associazione Iniziativa delle Alpi.

dw. Da un anno sei Presidente dell’Iniziativa delle Alpi. Com’è stato questo tuo primo anno?
Molto interessante – e devo ammettere che è stato anche più impegnativo di quanto pensassi. È stato difficile essere il successore di Fabio Pedrina e, al contempo, dover organizzare la successione del nostro direttore Alf Arnold. Per anni sono stati la testa, il cuore e la colonna vertebrale dell’Iniziativa delle Alpi. Ma penso che ci siamo riusciti. Il nuovo team dirigenziale funziona. Inoltre, impersonare la protezione delle Alpi è un compito bellissimo. Il culmine del mio primo anno di presidenza è stata la consegna delle 125’000 firme contro il raddoppio del Gottardo. La suggestiva festa popolare davanti al Palazzo federale a Berna ha mostrato che il nostro movimento non è solo ancora vivo, ma anche altamente motivato e pronto alla battaglia.

Il Blick ti titola «l’arma segreta», per la NZZ sei «uno dei maggiori talenti della politica svizzera». Qual è la ricetta del tuo successo?
Sono tutte definizioni date da altri – che naturalmente mi fanno piacere. Ecco come fa bene la fiducia in sé stessi (ride). Ma spero di riuscire a mantenere la necessaria distanza e a non montarmi la testa se i media mi lusingano. Notoriamente il vento può cambiare.

Anche Victor Giacobbo ti ha definito quale «uomo del futuro» e ti ha invitato alla sua trasmissione televisiva Giacobbo/Müller. Com’è stata questa esperienza?
Lascio che siano gli altri a giudicare la mia prestazione. Per me è stata una magnifica esperienza – anche se quasi svenivo dal nervosismo (ride). Lo studio Giacobbo/ Müller è una faccenda brutale. Prima si sta seduti quasi un’ora in una cameretta silenziosa, si diventa sempre più nervosi, e poi per due minuti si sta ancora davanti a una parete di legno. Quando finalmente si può dirigersi verso il palcoscenico, non si vede quasi più niente per via dei proiettori e bisogna fare molta attenzione a non inciampare nelle sedie. E la cosa più dura: non si ha la più pallida idea di cosa capiterà, perché non ci si può preparare alle domande che verranno fatte!

Non di meno, durante la trasmissione hai scherzato, dicendo che la cosa più attraente della politica è poter apparire da Giacobbo/Müller.
Il colloquio in sé mi è piaciuto molto. Il ritmo era molto alto, discutere con Viktor Giacobbo e Mike Müller è stato divertente. Penso davvero che per i politici nel panorama mediatico svizzero ci siano poche altre piattaforme così attraenti per poter trasmettere i propri messaggi. Dove altrimenti è possibile raccontare così tante cose in 10 minuti davanti a un pubblico così vasto?

Anche Roger Schawinski discute spesso coi politici durante il suo talkshow molto provocatorio. Accetteresti un suo invito?
Sì. Sono dell’opinione che, se si fa politica e ci si impegna con idee chiare per l’interesse pubblico, si dovrebbe possibilmente accettare ogni invito di un media serio. Personalmente, con la protezione delle Alpi, ho un meraviglioso messaggio da trasmettere e lo faccio con grande piacere. Se poi la discussione con Schawinski andrebbe bene, è un’altra domanda (ride).

Cosa vorresti raggiungere nella tua funzione di Presidente dell’Iniziativa delle Alpi?
Il programma obbligatorio è impedire nel 2016 la quinta galleria sotto il Gottardo – cioè il 2° tubo stradale! Inoltre, dobbiamo contrastare l’attacco contro l’obiettivo di trasferimento. Con l’apertura della NTFA vogliamo finalmente mettere in pratica il trasferimento strada/ferrovia. La Svizzera ha l’opportunità di dettare il ritmo dell’
innovazione e della sostenibilità nella politica dei trasporti europea. Inoltre, la protezione delle Alpi deve essere assicurata a lungo termine non solo in Svizzera, ma anche negli altri paesi alpini.