18. Novembre 2013

Il Consiglio federale ignora ogni ragionevole obiezione e s’impunta
sul raddoppio del Gottardo. Cosa valgono le promesse nella politica dei trasporti?

tob. Questa frase le conoscono probabilmente tutti: nel 1980, all’apertura della galleria stradale del Gottardo, il Consigliere federale Hans Hürlimann (PPD)disse: «Questa galleria non è un corridoio per il traffico pesante». Da quel corridoio passa ormai un milione di camion all’anno. Ricordiamo anche un’altra promessanell’ambito della politica dei trasporti: nel 1988 la Consigliera federale Elisabeth Kopp (PLR) affermò in Consiglio nazionale, nel dibattito sulla larghezza massima deimezzi pesanti: «Il Consiglio federale ha chiarito inequivocabilmente [..], che laSvizzera manterrà il limite di 28 tonnellate». Un paio d’anni dopo il Governo federale ha aumentato il limite a 40 tonnellate.

Non si può – e forse non si deve – rimproverare ai due magistrati di aver agito in modo sleale. Però, in politica le promesse non durano a lungo, soprattutto quando cambiano le persone che hanno il potere decisionale. È del tutto normale in unademocrazia.

La tattica del salame
Nel settembre 2013 il Consiglio federale ha trasmesso al Parlamento il suo messaggio sulla galleria del Gottardo. Chiede così il permesso di poter costruire un secondo tunnel stradale. Questo nonostante laCostituzione federale vieti di aumentare la capacità delle strade di transito attraverso le Alpi. Il Gottardo faceva partedegli assi interessati da questo divieto – e ne fa parte tuttora.

Cosa dobbiamo pensare se adesso il Consiglio federale vuole solo cambiare una legge e promette al popolo che «la modifica di legge garantisce che, anche dopo il risanamento della galleria esistente, il traffico avrà a disposizione solo unacorsia per direzione di circolazione». Questa legge avrà effetto non prima del 2030. Solo allora sarebbe infatti pronta la nuova galleria e concluso il risanamento di quellaesistente. Sarà ancora salda la promessa di Doris Leuthard nel 2030?

Forse ci si ricorderà piuttosto di un’altraaffermazione dell’attuale ministra deitrasporti. Secondo un verbale commissionale divenuto di dominio pubblico, nel 2012 ha detto: «è improbabile che costruiamo due gallerie e lasciamo vuota una corsia in ciascuna. Ritengo che sarebbe ipocrita». Vuol dire: quando sarà costruito un secondo tubo, sarà molto più facile far saltarel’articolo costituzionale sulla protezionedelle Alpi e far circolare il traffico su quattro corsie. Un’iniziativa in questo senso («Basta con gli intasamenti. Sì al traffico fluido») è del resto già stata lanciata!

Veleni e esplosivi
Per il Gottardo non è neppure una buona notizia che la Confederazione voglia autorizzare il trasporto di merci pericolose in diverse, ulteriori gallerie a partire dal 2015. Per esempio nella galleria del Seelis­berg, fra Nidvaldo e Uri, doveadesso iltrasporto di merci pericolose è vietato dur­an­te il fine settimana. Il tunnel è adoppia canna con due corsie per direzione elungo 9 km.

La Confederazione giustifica l’intento di togliere le limitazioni vigenti con l’argomento che le gallerie sono state ampiamente risanate e dotate di tecniched’aereazione moderne, o che lo saranno.

Se si costruirà un secondo tubo auto­stradale al Gottardo, la galleria sarà a due canne come al Seelisberg e dotata degli impianti più innovativi. Inoltre, ci sarà un cunicolo d’emergenza e (forse) unacorsia di sicurezza, ciò che non è il caso del Seelisberg, dove c’è oltretutto piùtraffico. Allora, perché dovrebbero restare in vigore le attuali limitazioni? Oggi le merci pericolose (esplosivi e altresostanze che possono danneggiare gravemente le persone e l’ambiente) possono essere tras­portate attraverso la galleria del Gottardo solo in quantità minime. Questo divieto può essere mantenuto solo con un tunnel unico, ma non se si raddoppia la galleria del Gottardo.

Un sostegno particolare
Dal mondo della politica dei trasportigiungono comunque anche notizie positive. La borsa dei transiti alpini, quale strumento di trasferimento del traffico delle merci sulla ferrovia, ha ottenuto un sostegno inaspettato: in un documentosulla verità dei costi nei trasporti, il ThinkTank liberale Avenir Suisse chiede l’introdu­zione di una borsa dei transiti alpini (BTA) per regolare il traffico di transito.

La BTA è sì considerata «un’ingerenza nel mercato dei trasporti», ma permetterebbe anche uno sfruttamento efficiente dellelimitate capacità disponibili. Secondo Avenir Suisse, la BTA è anche un sistema corretto, poiché le entrate possono essere investite nell’infrastruttura e quindi siriduce il carico fiscale. E così anchequesta organizzazione, conosciuta per essere estremamente liberale, ora parte dalpresupposto che per i camion in transito sia necessaria una borsa dei transiti alpini. Bene!