Per secoli i contadini di montagna vallesani hanno imparato ad adeguarsi alle estati secche. Ma non alle piogge estreme. Una visita sul pendio.
tob. Ried-Mörel, 1168 metri sul mare, sotto il sole da mattina a sera. Qui Ruth e Reinhold Berchtold hanno ripreso un’azienda agricola. Lei è del 1960 ed originaria di Ernen, un villaggio più in alto nella valle del Rodano. Reinhold, di formazione operatore sociale ed educatore, ha due anni in più ed è cresciuto a Ried-Mörel. Suo padre era contadino come seconda attività. Fin dall’inizio per entrambi fu chiaro: deve essere bio.
Così i Berchtold hanno gestito la prima azienda biologica nell’Alto Vallese. Hanno allevato vacche madri, maiali e polli. Hanno venduto carne con successo, come anche uova e verdure, direttamente alla loro clientela. Raccontano che all’inizio la Confederazione pagava affinché non producessero latte. Nel 2011 hanno ceduto l’azienda a Stefan Wyss e a sua moglie Simone Loretan. Lui, Turgoviese, s’era annunciato in seguito a un’inserzione. Ed è stata la scelta giusta. Ora la famiglia vive a Ried-Mörel coi due figli, Lilith e Melchior. Ruth e Reinhold aiutano ancora nella fattoria e sono come dei nonni per i due bambini.
Acqua supplementare
In Vallese, i pendii esposti a sud seccano rapidamente. Perciò i contadini hanno costruito quelle condotte idriche che per secoli hanno portato e ancora portano l’acqua dei ghiacciai fino ai campi, spesso per diversi chilometri: sono le «Bisses» (o Suonen in tedesco). Di questo immenso lavoro approfitta anche Stefan. Bagna i suoi prati con acqua di scioglimento del ghiacciaio dell’Aletsch. Ci vuole, perché altrimenti ci sarebbe troppo poco nutrimento per le vacche madre, i vitelli e un paio di capre. Ai tempi l’acqua dell’Aletsch era portata da una «Bisse» che faceva il giro della montagna, oggi c’è un cunicolo che la porta a Ried-Mörel. «È bene che qui le vecchie condotte siano di nuovo mantenute», dice Stefan. Anticamente servivano solo a irrigare, oggi, in caso di forti precipitazioni possono anche condurre l’acqua in modo da aggirare il villaggio. Dà un po’ di sollievo, ma non risolve il problema.
«Le precipitazioni estreme dopo fasi di siccità sono palesemente aumentate. Per noi, qui in montagna, è problematico per via delle frane e degli scoscendimenti», spiega Ruth Berchtold. Inoltre, molta acqua scende semplicemente a valle perché il terreno non può assorbirla abbastanza in fretta. Reinhold aggiunge: «questi eventi estremi mostrano che non siamo all’inizio d’un riscaldamento del clima, siamo già nel bel mezzo d’una crisi climatica.» Quest’anno, dopo un inverno mite, la neve s’è sciolta presto. Poi sono seguite settimane senza pioggia e ora al terreno manca l’umidità primaverile.
Troppo in una sola volta
Nella torrida estate del 2018, Stefan è andato in Turgovia. «Là i campi erano altrettanto secchi dei pendii che non riusciamo ad annaffiare. Mai vista una cosa simile.» Suo fratello ha una fattoria nell’est della Germania. Da lui ha saputo che dovette lasciare gli animali in stalla, poiché era così secco che non cresceva più l’erba. «E, dopo, quando arrivano le forti piogge, devono quasi portare il fieno in stalla in canotto.» I contadini delle pianure hanno quindi gli stessi problemi di quelli di montagna. Solo che, con le «Bisses», i Vallesani hanno già reagito alle estati secche secoli fa – e, per intanto, c’è ancora abbastanza acqua dai ghiacciai che si sciolgono.Questo non vale per tutte le regioni di montagna – e tanto meno per le pianure. Ma anche a Ried-Mörel i conflitti per la preziosa risorsa si sono acuiti: i contadini ne hanno bisogno per i loro prati, il settore turistico vuole immagazzinarne il più possibile per i cannoni da neve, che sono necessari per le piste d’inverno.
D’estate la famiglia di Stefan porterà gli animali sull’alpe di Varne, vicino a Sierre. Grazie alle «Bisses» che portano «l’acqua sacra» fino ai prati, le vacche madri e i loro vitelli per intanto trovano ancora abbastanza erba. Ma le tempeste? E i danni ai boschi protettivi per via della siccità e del maltempo?