La ferrovia trasporta più merci attraverso le Alpi rispetto ai camion. Perché? Anche perché l’Iniziativa delle Alpi ha fissato un obiettivo concreto di trasferimento. Oggi, tuttavia, tale obiettivo è necessario per tutto il trasporto merci in Svizzera, non solo per quello attraverso le Alpi.
tob. Il Consiglio federale stesso ha fornito la cifra: 650’000 camion in più sulle strade all’anno. Questo è ciò che rischia di accadere se le ferrovie perdono ulteriori quote di mercato a favore delle strade. Anche il trasporto merci su rotaia interno e import/export ha quindi bisogno di migliori condizioni quadro e di maggiore sostegno. Non solo per proteggere il clima, ma anche per un consumo d’energia più efficiente, per evitare il collasso delle autostrade e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento in Svizzera.
Urge un’inversione di tendenza
La tendenza degli ultimi anni, tuttavia, va nella direzione sbagliata. La quota del trasporto merci su rotaia nel traffico nazionale, di importazione e di esportazione è in calo: nel 2000 era del 29 %, nel 2020 era solo del 21 %. Inoltre, nel 2021 i camion hanno percorso più chilometri in Svizzera che in qualsiasi altro momento degli ultimi 20 anni. E: dal 2000, il traffico pesante con autocarri e autoarticolati e i veicoli commerciali leggeri è aumentato del 28 %!
Le cose non possono andare avanti così. Tutti gli attori politici lo sanno. Anche i rappresentanti della lobby dell’autotrasporto scrivono che «in prospettiva, il trasporto merci su rotaia è di grande importanza sia a livello nazionale che per le importazioni e le esportazioni». Ciò significa che è necessario trasportare più merci su rotaia, se la Svizzera vuole ridurre le emissioni di CO2 dannose per il clima ed evitare ulteriori ingorghi sulle strade.
Manca un obiettivo chiaro
Il Consiglio federale ha quindi elaborato una bozza del futuro orientamento del trasporto merci su rotaia nel paese. Ha proposto due varianti per l’ulteriore sviluppo delle condizioni quadro del trasporto ferroviario delle merci. Abbiamo studiato a fondo il documento e siamo giunti a una chiara conclusione: le proposte del Consiglio federale non sono sufficienti, occorre fare di più:
Chiediamo un obiettivo di trasferimento modale ambizioso e vincolante per tutto il traffico nazionale e di importazione ed esportazione. Ciò significa che una certa percentuale del trasporto merci deve essere trasferito su rotaia – tutto il trasporto merci in Svizzera, non solo quello attraverso le Alpi.
Tuttavia, accogliamo con favore l’introduzione di incentivi finanziari per promuovere le operazioni di carico e di trasbordo su rotaia. Siamo inoltre favorevoli agli incentivi per il sostegno agli obiettivi di politica energetica, ambientale e dei trasporti. È anche importante che l’aggancio automatico fra i vagoni, in quanto tecnologia chiave nel settore ferroviario, venga efficacemente promosso.
Non ripetere l’errore
Negli ultimi anni è emerso chiaramente che i politici hanno preso la decisione sbagliata nel 2016, quando hanno optato in modo miope per l’autosufficienza del trasporto ferroviario e interrotto il sostegno finanziario al trasporto ferroviario interno di merci. FFS Cargo, il principale operatore svizzero, ha dovuto di conseguenza risparmiare. Ha ridotto l’infrastruttura per il trasbordo – a causa di rotte non redditizie nella distribuzione fine – a 285 punti di servizio odierni: nel 2000 c’erano ancora circa 500 punti di carico e scarico di carri merci!
Cosa pensavano i capoccioni risparmiatori nel 2016? Che non si perdono clienti ferroviari se si peggiora il servizio? Che, con prezzi più bassi a causa d’una TTPCP che non copre i costi, i trasportatori non sarebbero passati al trasporto su strada? I politici devono finalmente rendersi conto che la politica dei trasporti è anche politica climatica e che una vera protezione del clima richiede un trasporto compatibile con l’ambiente. Se continuiamo a risparmiare sulle ferrovie con la scusa dell’autosufficienza, il clima ci rimetterà e avremo 650’000 camion in più sulle nostre strade. Una prospettiva terribile!
Le nostre quattro leve
Il nuovo Ministro dell’ambiente, dei trasporti e dell’energia, Albert Rösti, deve rafforzare il trasferimento modale in tutta la Svizzera. FFS Cargo e le altre aziende del settore del trasporto ferroviario devono ottenere urgentemente condizioni concorrenziali eque.
L’Iniziativa delle Alpi sta facendo del suo meglio per raggiungere questo obiettivo e chiede concretamente:
- di trasferire su rotaia una maggiore quantità di traffico merci nazionale, d’importazione e d’esportazione,
- di sviluppare ulteriormente la TTPCP per aumentare il trasferimento modale, riflettere i costi reali dell’autotrasporto e migliorare la protezione del clima,
- incentivare le innovazioni tecniche nel trasporto merci su rotaia a raggiungere un obiettivo concreto di trasferimento,
- per avere più ferrovia per più sicurezza – per le persone e per l’ambiente.
Trasferimento anche nel traffico interno!
I due grafici mostrano chiaramente come si distribuisce il traffico delle merci in Svizzera: sull’asse est-ovest sono i camion a portare a destinazione le merci, la ferrovia è invece sfruttata meglio sull’asse nord-sud. Grazie alla politica di trasferimento, nel trasporto delle merci attraverso le Alpi la porzione del trasporto su rotaia è del 75 %. Invece, nel trasporto interno e import/export la ferrovia ha una quota di mercato solo del 21 %. Qui la politica deve intervenire e fissare un obiettivo di trasferimento anche per il traffico interno e di importazione e esportazione.
Da considerare: se il traffico ferroviario delle merci interno e import/export funziona di nuovo meglio, ciò porta anche ad avere meno camion in transito dalle Alpi che trasportano merci d’importazione o d’esportazione o circolano all’interno della Svizzera. Così la Svizzera potrebbe anche finalmente raggiungere l’obiettivo di trasferimento nel traffico transalpino. Oggi la percentuale del traffico di transito dalla Svizzera è solo del 40 %. Il resto è «traffico fatto in casa». Perciò la Svizzera deve fare di più per portare sulle rotaie una quota maggiore del traffico delle merci. Per proteggere le persone, il delicato mondo alpino e il clima.