20. Marzo 2014

Con la decisione di costruire un secondo tubo stradale al Gottardo, il Consiglio degli Stati elimina un elemento centrale dalle norme sulla protezione delle Alpi. Per l’Iniziativa delle Alpi questo è inaccettabile. È politicamente naif e irrealistico credere che nel 2030 le due canne saranno usate solo su una corsia per direzione. Il raddoppio del Gottardo è inoltre un grave errore sia per la politica ambientale sia per quella dei trasporti. Il raddoppio della galleria inghiotte inutilmente molti soldi, che sarebbero più necessari per realizzare progetti urgenti negli agglomerati e nelle regioni periferiche.

L’analisi costi/benefici va decisamente nella direzione di un risanamento della galleria esistente senza un secondo tubo. Con questa variante, con treni navetta per le auto e per i camion, il Ticino resta ben collegato su strada col resto della Svizzera anche durante i lavori di risanamento. Così il Ticino non sarà dunque mai isolato – il trasbordo su ferrovia assicura i collegamenti ed è perciò un investimento sensato per la coesione nazionale. Con la decisione a favore del raddoppio presa dal Consiglio degli Stati, il Ticino sarà invece effettivamente isolato per 140 giorni e raggiungibile solo con la deviazione su altri tragitti. Durante questi 140 giorni non saranno neppure disponibili dei treni navetta.

Il Consiglio degli Stati non ha nemmeno tenuto conto dei dubbi che tale decisione violi i diritti politici, non rispetti la libera formazione delle opinioni e la libertà di voto. Se anche il Consiglio nazionale dovesse approvare il raddoppio del Gottardo, l’Iniziativa delle Alpi lancerà il referendum insieme ad altre organizzazioni alleate. Solo così il popolo potrà partecipare alla decisione.

Contatti:
Fabio Pedrina, Presidente dell’Iniziativa delle Alpi,
Marina Carobbio, Vicepresidente dell’Iniziativa delle Alpi,
Consigliera nazionale TI,
Mathias Reynard, Comitato dell’Iniziativa delle Alpi,
Consigliere nazionale VS,
Alf Arnold, Direttore dell’Iniziativa delle Alpi,