Mario Branda, sindaco della capitale ticinese si esprime con scetticismo sul raddoppio del Gottardo.
«La soluzione magica non esiste… e un secondo tubo crea più problemi che soluzioni»
Quali sarebbero le conseguenze per il suo comune di un ipotetico raddoppio della galleria autostradale del Gottardo?
Un raddoppio del San Gottardo causerebbe sicuramente un aumento del traffico motorizzato, soprattutto automezzi pesanti in transito, lungo l’autostrada che attraversa la regione del Bellinzonese e quindi un peggioramento della qualità dell’aria. Siamo già uno dei cantoni con l’aria più inquinata della Svizzera, non mi sembra il caso di renderla ancora peggiore. Ritengo che il raddoppio della galleria si rivelerebbe una scelta sbagliata per il Ticino.
Quali le sembrano le misure migliori per affrontare il periodo di risanamento?
La soluzione magica e perfetta non esiste e mi spiace vedere come i fautori del raddoppio spaccino il secondo tubo come panacea di tutti i mali, senza considerare le gravi ripercussioni che questa costosissima opera avrebbe sulla nostra salute, sulla diminuzione della sicurezza sulle autostrade e sull’affossamento della politica di trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia. L’unica soluzione sensata è una combinazione di molte misure: l’uso di AlpTransit, treni navette per auto e mezzi pesanti, passi alpini aperti più a lungo o addirittura tutto l’anno, lavori di risanamento limitati ai mesi invernali. Il risanamento deve essere gestito con soluzioni sfaccettate e che tengono in considerazione le novità tecnologiche e imprenditoriali come AlpTransit ma anche soluzioni come quelle proposte da RailValley, il «Tilo delle merci».
Parlava di treni navetta. Dove vedrebbe possibili le stazioni di carico per i mezzi pesanti in transito? A Chiasso oppure in Italia?
È importante che questa questione venga risolta al più presto. Progettarle a Chiasso sarebbe interessante in quanto si creerebbero molti posti di lavoro. La domanda è se vi sono gli spazi necessari e se ha senso portare gli automezzi pesanti ai bordi di una città già pesantemente toccata dall’inquinamento. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di costruire un terminale appena oltre frontiera, finanziato e gestito anche dalla Svizzera, in modo da garantire posti di lavoro pregiati. Importante è che la Confederazione sviluppi queste soluzioni con celerità. Così il Canton Ticino sarà sempre ben collegato con il resto della Svizzera.
Lei è un giurista, che cosa pensa della frase che i fautori del raddoppio usano spesso e cioè «un raddoppio senza aumento della capacità»? Non si tratta solo di un giochetto linguistico?
A prescindere dalla questione tecnico-giuridica, sul piano politico si porrebbe comunque un grosso problema, forse non nell’immediato ma dopo qualche anno. Sicuramente giungerebbero pesanti pressioni sia dall’Europa che dagli ambienti degli autotrasportatori e poi dalla politica per aumentare la capacità dei due tubi, pressioni alle quali, a quel momento, risulterà molto difficile resistere.
Nell’aprile 2012, Mario Branda (PS) è stato plebiscitato sindaco di Bellinzona. Nato nel 1960, si è laureato in diritto a Ginevra e ha conseguito il brevetto d’avvocato nel 1986. È diventato Procuratore pubblico nel 2001 e, dal 2009, Procuratore generale aggiunto presso il Ministero pubblico del Canton Ticino. È sposato con Franca.