20. Novembre 2006

A metà ottobre è scaduto il termine di consultazione per la nuova Legge sul trasferimento del traffico merci. Tutto sommato, l’Iniziativa delle Alpi ha molti alleati.

aa. Con la creazione di una borsa dei transiti alpini, i passaggi di autocarri attraverso le Alpi devono venir ridotti a 650’000 all’anno entro il 2009. L’obiettivo viene perseguito tramite un’ordinanza del Consiglio federale. Sono queste le principali richieste che l’Iniziativa delle Alpi ha formulato in sede di procedura di consultazione. Le stesse richieste sono state sottoscritte da moltissimi membri e simpatizzanti dell’Iniziativa delle Alpi con una petizione popolare (cfr. pag. 8). L’associazione chiede inoltre la messa a disposizione dei mezzi finanziari necessari per le infrastrutture d’accesso alle nuove trasversali alpine. Il testo inoltrato prosegue chiedendo che – nel caso in cui il Consiglio federale non fosse disposto ad accettare le nostre rivendicazioni – il popolo sia chiamato ad esprimersi in votazione sulla modifica costituzionale dell’articolo sulla protezione delle Alpi. Le organizzazioni ambientaliste, come pure il PSS e i Verdi hanno aderito praticamente a tutte le richieste dell’Iniziativa delle Alpi. Il PPD è disponibile alla proroga del termine di realizzazione previsto (2009) e critico sulla borsa dei transiti alpini. Soltanto l’UDC ed il PLR chiedono di rivedere l’obiettivo, portando a un milione i transiti annui di TIR attraverso la Svizzera.

Borsa dei transiti alpini – una proposta dell’iniziativa delle Alpi
La Conferenza svizzera dei direttori cantonali delle pubbliche costruzioni, della pianificazione e della protezione dell’ambiente (CDCPA) intende perseguire l’obiettivo di trasferimento, dilazionandone però i tempi di realizzazione fino a tre o quattro anni dopo l’entrata in funzione della galleria di base del Gottardo. I responsabili cantonali dei trasporti considerano la borsa dei transiti uno strumento efficiente e compatibile con le disposizioni europee. Ritengono tuttavia che la sua messa in atto non sia realizzabile a corto termine. I cantoni di montagna, per contro, vogliono mantenere gli obiettivi e i tempi previsti. Il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB) si esprime giustamente a favore di un’accelerazione degli interventi: «gli strumenti politici a disposizione devono venir meglio applicati e la Confederazione deve aumentare le proprie pressioni nei confronti dell’Europa, affinché siano introdotte nuove modalità di intervento, quali la borsa dei transiti alpini. Soltanto così sarà possibile realizzare il dettato costituzionale sulla protezione delle Alpi, nel pieno rispetto della volontà popolare (più volte ribadita in votazione).» Nella stessa direzione vanno le rivendicazioni formulate da Ouestrail, la lobby delle imprese di trasporto ferroviarie dei cantoni svizzero-occidentali. Dal canto suo l’Unione dei trasporti pubblici (UTP), condivide il principio del trasferimento, sarebbe però disponibile ad una dilazione delle scadenze.
Non meraviglia certo la posizione degli autotrasportatori: l’ASTAG rifiuta il principio di una borsa dei transiti. Per realizzare il principio del trasferimento, accetta unicamente una maggiore concorrenza fra le varie compagnie ferroviarie. Più differenziata la politica della HUPAC, i cui azionisti di maggioranza sono le imprese di trasporto stradale: come altri enti, essa approva il principio, ma non i termini di realizzazione. Stranamente nemmeno RAlpin, la ditta che attualmente gestisce l’autostrada viaggiante sulla tratta Lötschberg-Sempione, appoggia pienamente un cospicuo incremento di questa possibilità di trasporto.

Adesioni dal mondo economico
La borsa dei transiti è sostenuta addirittura dal Cargo Forum Svizzera, l’associazione che raggruppa le imprese di logistica e trasporto: «il traffico merci su gomma si ripercuote sul sistema stradale e doganale in modo da comprometterne le capacità per il trasporto interno, nonché per l’import-export», scrive l’organizzazione. Infine, nonostante qualche scetticismo interno, anche economiesuisse, chiede che il Consiglio federale metta sul tavolo delle trattative con l’UE la borsa dei transiti.