Il conferimento dell’approvazione dei piani per la costruzione della «nuova strada dell’Axen», con due corsie supplementari in galleria nella montagna, non soddisfa le ricorrenti associazioni ambientaliste. In diversi punti il mega-progetto non rispetta le norme di legge. Neppure è chiaro come saranno realizzati il risanamento e le misure fiancheggiatrici sull’Axenstrasse esistente. Le associazioni ambientaliste hanno quindi inoltrato un ricorso al Tribunale federale amministrativo per chiarire e assicurare che con il vecchio tracciato e quello nuovo, parallelo, non ci sia un aumento della capacità stradale, contrario alla convenzione delle Alpi. Al contempo, tuttavia, sono anche disposte a trattative per cercare delle soluzioni, in particolare per la costruzione del tunnel di Sisikon e per una soluzione sicura dai pericoli naturali al Gumpisch. Sollecitano i Cantoni a concordare una sistemazione della strada dell’Axen esistente ambientalmente sostenibile. Non appena sarà disponibile una soluzione giuridicamente valida e conforme alla convenzione delle Alpi sono disposte – nell’interesse della sicurezza all’Axen – a risolvere bonalmente la lite giuridica.
A fine aprile, il DATEC ha deciso la procedura di approvazione dei piani per la nuova strada dell’Axen.Non sono invece state approvate le misure fiancheggiatrici sull’Axenstrasse esistente, poiché avrebbero comportato un aumento della capacità stradale. L’attuale strada dell’Axen non deve essere anch’essa allargata, ha criticato il DATEC. Sul tracciato esistente sono ineluttabili misure fiancheggiatrici per moderare il traffico stradale. In questo il Dipartimento ha parzialmente dato ragione alle organizzazioni ricorrenti: l’Iniziativa delle Alpi, le ATA di Uri e Svitto, nonché i Medici per l’ambiente, e chiesto ai Cantoni Uri e Svitto un progetto rivisto per il risanamento e la riduzione del traffico sulla strada dell’Axen esistente.
I Cantoni dovrebbero presentare tale progetto per tempo, prima della messa in esercizio della nuova strada e dopo l’approvazione da parte del DATEC. Per le associazioni ambientaliste è altamente problematico che così il progetto sia separato in due progetti parziali: gallerie e strada esistente. Con la suddivisione del progetto per la strada dell’Axen esistente le relative misure di smantellamento e di moderazione del traffico sono ancora meno garantite che in passato. Perciò le organizzazioni ambientaliste si sentono in dovere di inoltrare un ricorso al Tribunale federale amministrativo contro l’intero progetto, nell’interesse degli abitanti lungo la Axenstrasse e della protezione delle Alpi.
Nessun aumento della capacità all’Axen
Dal punto di vista delle associazioni ambientaliste, la capacità stradale lungo l’asse di transito del Gottardo non deve essere raddoppiata con la nuova strada dell’Axen in galleria. Lo spazio vitale alpino e la qualità di vita degli abitanti non possono essere danneggiati. Quando il Comune di Sisikon sarà sgravato dal traffico di transito e dal traffico pesante, sulla strada dell’Axen esistente dovrà esserci notevolmente più spazio per i pedoni e i ciclisti. In nessun caso la vecchia strada dovrà essere pianificata come una strada alternativa, qualora il nuovo tracciato in galleria non sia temporaneamente percorribile. Le disposizioni di legge sono vincolanti: un raddoppio della capacità stradale sull’asse del Gottardo contravviene alla Convenzione delle Alpi e viola la protezione delle Alpi.
Il progetto «nuova strada dell’Axen» non può essere approvato
Le organizzazioni ricorrenti sono sempre ancora convinte che il progetto presentato non possa essere approvato e guardano fiduciose all’eventuale sentenza del Tribunale federale amministrativo. Oltre alla minaccia d’un raddoppio della capacità stradale, il progetto miliardario della nuova Axenstrasse manca della legittimazione da parte dell’Assemblea federale. Il Consiglio federale ha deciso autonomamente la riqualifica della strada dell’Axen in una strada nazionale di 2a classe e ha approvato il progetto. Tuttavia, questo non è di sua competenza. Il progetto contraddice il decreto concernente la rete autostradale. Inoltre, il progetto è contrario all’accordo di Parigi sul clima, che la Svizzera ha firmato. Per via del riscaldamento climatico le Alpi soffrono per lo scioglimento del permafrost, per siccità e improvvise forti precipitazioni, che causano frane, scoscendimenti, colate di fango e indebolimento dei boschi protettivi. Investire un miliardo in un progetto infrastrutturale a favore del traffico motorizzato è in netto contrasto con le conoscenze delle scienze climatiche e con la necessità impellente di proteggere il sensibile spazio alpino.
Adesso sono urgenti trattative
La strada dell’Axen ha dovuto essere chiusa al traffico diverse volte l’anno scorso a causa di frane al Gumpisch, purtroppo di nuovo nella notte ad oggi. Perciò le associazioni ambientaliste hanno già segnalato l’anno scorso che approverebbero la costruzione anticipata della galleria Gumpisch per migliorare la sicurezza di tutti gli utenti della strada, purché ciò sia possibile senza pregiudizio per il progetto rimanente. Nell’interesse della sicurezza all’Axen e per evitare ulteriori rinvii, le associazioni ambientaliste invitano i Cantoni Uri e Svitto a trattative comuni per una sistemazione ambientalmente sostenibile dell’Axenstrasse esistente. Al contempo sono anche disponibili a cercare soluzioni concordate per la costruzione della prevista galleria di Sisikon. Non appena sarà negoziata una soluzione conforme alla protezione delle Alpi e giuridicamente vincolante, le associazioni sono pronte a un esito bonale della lite giuridica.