Trasportatori e imprese di trasporto su strada ingaggiano una strenua battaglia dei prezzi e non esitano ad adottare anche metodi illegali, con effetti che ricadono non da ultimo sulle spalle degli autisti professionali. Dal diario di uno di loro possiamo farci un’idea di quanto la giornata di un camionista sia tutt’altro che serena.
Il TIR è carico di merce con destinazione Alba (Italia). Il carico, sei rulli di carta, dev’essere consegnato entro un termine fisso. Per me vuole dire che già questo primo viaggio andrà fatto adottando qualche espediente. Parto con un’ora di anticipo, perché nel week-end il divieto di circolazione termina solo alle 22.00. È un rischio che corro volentieri, dato che in Austria, a parte l’autostrada nel distretto dell’Inn e alla frontiera di Suben a quest’ora non ci sono quasi più controlli. (…) Sono in viaggio da quasi 24 ore, comincio ad averne abbastanza. Non sono più nemmeno capace di scrivere come si deve. Il parcheggio è uno sterrato che ospita da 10 a 15 automezzi, si trova a circa 300 metri dall’ingresso alla ditta. (…) e, come molte altre piazzole, non ha neppure il WC. Vuol dire che i bisogni bisogna soddisfarli accanto o sotto il camion. Bilancio della giornata: 23 ore e 1/2 di lavoro, di cui 4 di riposo e 15 e 1/4 di guida.
Piccola coda di macchine al casello di Piacenza con controlli di polizia. Proprio come in Francia: la polizia si apposta sugli spiazzi dei caselli per controllare camion e vetture. Non mi fermano. (…) Ore 13.00, 45 minuti di pausa. Speriamo che in quest’ area di servizio vendano pane caldo. Il pane costa 5000 lire. Ecco, un pezzetto di melone e si torna in strada. Regalo due fette di melone ad un autista slovacco che ha con sé suo figlio. Qui ad occidente questi poveri cristi non possono permettersi granché. (…) Incrocio uno con un camion frigorifero, che ha caricato ieri ad Ancona. Mi racconta del suo lungo viaggio. È impossibile rispettare i tempi di pausa: questi tipi sono matti, hanno davvero sempre un piede in galera. (…) È gente che in pratica accetta di fare qualsiasi cosa, e quelli che non lo accettano vengono messi sotto pressione. (…) Parlando con loro vengo a sapere che un loro collega la settimana prima in Tirolo ha pagato 500.– scellini per avere guidato 11 ore. I bei tempi senza ritegno, pare, sono finiti anche in Austria. Anche qui adagio adagio bisognerà cominciare a lavorare con i soliti trucchi. Alle 19.10 sull’autostrada verso Villach hanno piazzato un posto di controllo del traffico e fanno uscire tutti i veicoli. Non mi hanno preso, anche se stavolta ero pulito. Finalmente, alle 20.15 stacco il rimorchio, la mia giornata al volante è conclusa. (…) Bilancio: 14 ore e 1/2 di lavoro, oltre 10 ore di guida.
(…) Anche questa spedizione è soggetta ad un termine di scarico. A Laakirchen è sempre indicato il giorno successivo e spesso se tieni una condotta di guida corretta non ce la fai, bisogna per forza barare. (…) Sulla rampa di un’area di sosta mi trovo in una situazione pericolosa. Devo frenare bruscamente per evitare un incidente. Queste rampe di accesso corte in Italia nascondo sempre grandi rischi. Un paio d’ore dopo, sotto i miei occhi un italiano alla guida della sua auto centra in pieno un cantiere e travolge tutti i ripari. È fuori di sé, non si ferma nemmeno. (…) Anche se il mio tempo di guida volge al termine, proseguo fino al prossimo punto di carico, così domani sarò in buona posizione. In Germania non lo farei, ma in Italia non si sta a guardare troppo con gli orari. Sono davanti ai cancelli della prima ditta alle 20.20, in una zona industriale a nord di Milano, del tutto esausto. (…) Bilancio della giornata: 15 ore di lavoro, 12 ore di guida.
(…) Alle 8.00 ho assolutamente bisogno delle toilette, ma c’è solo l’aperta campagna. Noi camionisti vi siamo abituati. Chi si mostra timoroso non è adatto a questo lavoro. (…) Voglio andare a casa – non resterò certo tutto il week-end ad Arnoldstein. Sono le 11.00, incomincia il mio strameritato fine settimana. (…) Bilancio: 28 ore in giro (di cui 3 per dormire), 16 ore di guida.
Andreas Reisinger
Il libro nero della strada
bo. Il diario tenuto da Andreas Reisinger rivela i molti aspetti lavorativi negativi di questa categoria: manipolazione dei dischi del tachigrafo per le lunghissime giornate al volante, sistemazione del carico come ulteriore fattore di aggravio, divieto di circolazione durante le vacanze con relative conseguenze, mancanza d’igiene nelle aree di sosta dei TIR, noie durante il percorso, sovraffaticamento, i temuti controlli di polizia. Quanto riportato è uno scorcio del suo libro appena pubblicato «Schwarzbuch Strasse», che racconta la realtà e i miti del settore dei trasporti, le chance sprecate, le prospettive future e le possibilità per i consumatori di frenare la valanga del traffico.
I TIR sono più convenienti perché infrangono la legge
Gli spedizionieri risparmiano fra l’11 e il 17 percento se non rispettano le leggi e lo fanno molto spesso. Il trasporto su strada costa meno del treno perché i camion sono sovraccarichi, non rispettano i limiti di velocità e gli autisti stanno troppo a lungo al volante. Per questo la tedesca «Allianz pro Schiene» esige multe più salate!
chm. «Per i proprietari di veicoli pesanti infrangere la legge è pagante», sostiene decisamente Norbert Hansen, presidente della «Allianz pro Schiene» e chiede: «multe più salate per una concorrenza più equa e per maggiore sicurezza!». L’Allianz dimostra che ricorrendo a metodi illegali, i trasportatori risparmiano fino a 10 ct. al chilometro – la metà del pedaggio. Per un volume di trasporti di 10’000 tonn. all’anno, il guadagno è di 100’000 franchi! Non stupisce che a soccombere sia il trasporto merci su rotaia, date le severe prescrizioni di sicurezza applicate e i salari onesti!
Sono davvero pochi i rami professionali in cui le leggi vengono violate in maniera tanto sistematica come nel trasporto stradale: conducenti sovraffaticati e poco formati guidano più a lungo di quanto permesso e corrono troppo. I TIR circolano spesso con più carico del consentito e in cattivo stato: freni rotti, pneumatici consumati, carico male assicurato. Almeno 1000 veicoli con carichi infiammabili superano giornalmente la catena alpina, mentre svariate altre migliaia corrono come bombe ad orologeria sull’Altipiano. Tristi le conseguenze: la frequenza di incidenti provocati dagli autotreni è doppia rispetto alle autovetture. In Germania una persona su cinque soccombe agli incidenti stradali causati da camion. Un autocarro controllato su cinque è oggetto di contestazione, a volte addirittura la metà.
Violare la legge è pagante
Per quale ragione chi opera nel trasporto su strada infrange senza alcuna remora le prescrizioni sociali e di sicurezza? Risponde l’Istituto Prognos: perché ne vale la pena! Su incarico di «Pro Schiene» l’istituto ha verificato su numerose strade come e quando vengono eluse le normative di legge, giungendo a risultati sconcertanti: i camion controllati superano i limiti stabiliti del 10–20 %. Praticamente tutti sono stati colti a viaggiare troppo veloce, partono troppo presto la domenica, nel traffico di transito quasi un terzo era in viaggio da troppo tempo e il 7% aveva freni troppo consumati.
Stando a Prognos, in questo modo i committenti possono ridurre dall’11 al 17 % i costi di trasporto, con margini provati fra il 5 e l’8 %:
sovraccarico, con merci pesanti: riduzione dei costi fino al 9 %
circolazione oltre i limiti di velocità: fino al 7 %
superamento dei tempi di guida e di riposo: 6 %.
impiego illegale: dal 10 al 50 %!
Il numero di camionisti dell’Est ingaggiati illegalmente, mal pagati e mandati sulle strade con tempi di guida eccessivi è in continua crescita con conseguenze pericolose.
In un mercato dei trasporti segnato da una competizione spietata, aggiunge l’Istituto Prognos, questo tipo di risparmi illegali costituisce «in molti casi un fattore decisivo di concorrenza». Quando la lobby stradale gioca con carte truccate, è il treno a farne le spese. Gli esperti raccomandano perciò come primo e principale obiettivo il rispetto delle leggi vigenti. Oltre a istituire controlli più severi, bisogna anzitutto rincarare le multe, in modo che non valga più la pena trasgredire. Un obiettivo da cui oggi – non solo in Germania – siamo molto lontani.