L’Iniziativa delle Alpi è delusa dal rapporto sul trasferimento del traffico pesante pubblicato oggi dal Consiglio federale. Invece di mettere in dubbio l’obiettivo del trasferimento del traffico voluto dal popolo, il Consiglio federale farebbe meglio a discutere seriamente l’introduzione di una borsa dei transiti alpini con i paesi vicini. Un’attitudine priva di coraggio che non farà avanzare la causa svizzera.
Il 5. rapporto sul trasferimento del traffico pesante del Consiglio federale non fa che addolcire l’insufficiente azione nella politica svizzera dei trasporti. Per l’ennesima volta il Consiglio federale dichiara che il trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia, iscritto nella Costituzione e nella legge federale, può essere raggiunto unicamente con l’introduzione di una borsa dei transiti alpini. „Il Consiglio federale conosce il rimedio contro la follia del traffico di transito sulle nostre strade, ma non vuole utilizzarlo“ commenta Fabio Pedrina, presidente dell’Iniziativa delle Alpi.
La Svizzera non è sola con le sue richieste. Ultimamente i responsabili delle regioni alpine, toccate in modo particolare dal traffico di transito – il Canton Ticino, i cantoni della Svizzera centrale, la regione del Rodano-Alpi (F), il Tirolo (A), l’Alto Adige, la Val d‘Aosta, il Friuli come pure il Piemonte (I) – hanno sottoscritto a Lucerna una dichiarazione comune che chiede la drastica riduzione del numero di camion in transito e l’introduzione di una borsa dei transiti alpini. Così si esprime il direttore dell’Iniziativa delle Alpi, Alf Arnold: „L’appello internazionale proveniente dalle Alpi offre la migliore costellazione per il Consiglio federale per negoziare, assieme all’Unione Europea e ai paesi alpini, l’introduzione a breve di una borsa dei transiti alpini.”.
La politica dei trasporti svizzera è stata confermata dal popolo a diverse riprese. Per l’Iniziativa delle Alpi l’obiettivo annuo dei 650’000 transiti massimi attraverso le Alpi, iscritto nella legge sul trasferimento del traffico pesante, non è negoziabile. Il termine per il raggiungimento di quest’obiettivo, confermato dal Parlamento federale nel 2008, è già stato posticipato due volte. Con una vera volontà politica e la borsa die transiti alpini è possibile soddisfare la richiesta di ridurre il numero dei camion in transito attraverso le Alpi entro il 2018, dunque due anni dopo l’apertura della galleria di base del Gottardo. Anche senza l’appoggio dell’Unione europea e dei governi vicini, la Svizzera dovrà, in previsione della chiusura temporanea della galleria autostradale del San Gottardo, introdurre da sola la borsa dei transiti alpini. Se si perdesse questa opportunità, le Autorità federali saboteranno nei fatti la politica di trasferimento. Contro questo scenario ci opporremo con veemenza.
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Alf Arnold, direttore, 079 711 57 13
Fabio Pedrina, presidente, 079 249 29 42