17. Aprile 2014

Il Consiglio degli Stati segue il Consiglio federale e vuole anch’esso costruire una seconda galleria stradale al Gottardo. Non si cura né della scarsità dei mezzi finanziari, né delle persone lungo gli assi di transito e negli agglomerati, né della Costituzione.

tob/rg. Doris Leuthard dice spesso e volentieri che il raddoppio del Gottardo è «sostenibile». Un nuovo studio proveniente dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) mostra tuttavia che fino al 2090 il secondo tubo costa cinque miliardi – e così anche a lungo termine è più caro di qualsiasi altra variante di risanamento. Il Consigliere agli Stati lucernese Konrad Graber (PPD) ha giustamente puntualizzato sulla «NZZ am Sonntag»: «Con ciò, l’argomento che il secondo tubo è la miglior soluzione a lungo termine, non corrisponde al vero». Il nuovo rapporto considera giustamente anche i costi per la gestione, la manutenzione e gli interventi di risanamento che saranno necessari successivamente entro il 2090. Lo studio giunge quindi alla conclusione che una seconda canna di galleria costa 1,4 miliardi di franchi di più che il risanamento senza raddoppio, compreso il costo del temporaneo trasporto su ferrovia delle auto e dei camion. Il Consiglio federale partiva dall’ipotesi di 1,1 miliardi fino al 2030. I calcoli dell’Iniziativa delle Alpi danno una differenza ancora maggiore: 3 miliardi (con impianti di trasbordo più piccoli, gestione e manutenzione, entrate dalla RoLa per i camion, ecc.).

Durante il dibattito al Consiglio degli Stati, Konrad Graber aveva già sottolineato che i progetti stradali delle città e delle regioni discoste sarebbero finiti sotto pressione, qualora si costruisse un secondo tunnel al Gottardo. Ogni franco di troppo investito al Gottardo mancherà nella Svizzera romanda, negli agglomerati e nelle regioni periferiche.

Democrazia in pericolo
Anche un secondo rapporto mette in difficoltà il Consiglio federale. L’Ufficio federale di giustizia preferirebbe infatti una votazione sull’articolo costituzionale di protezione delle Alpi, sia per motivi giuridici sia per ragioni di democrazia. Secondo quanto riportato dai media, l’Ufficio federale considera che «dal punto di vista della garanzia dei diritti politici e della libera formazione delle opinioni ad essa connessa, nonché dal profilo dell’espressione fedele del voto, esso (il modo di procedere del Consiglio federale) può apparire dubbio». Il Consiglio federale aveva fatto ricorso a un’altra argomentazione: che un secondo tubo, aperto al traffico su una sola corsia, sia conforme al dettato costituzionale.

Come sta la nostra democrazia, se il Consiglio federale non ascolta più i consigli del proprio Ufficio federale di giustizia, per far passare i propri progetti con metodi discutibili? Il pericolo è evidente: prima si raddoppia la galleria, ma «senza aumento della capacità». Poi si permetterà l’uso temporaneo delle quattro corsie nei periodi di punta e infine, quando ormai si sono create tutte le premesse necessarie, si voterà su un articolo di protezione delle Alpi ormai svuotato e indebolito. Così, per finire, l’uso delle quattro corsie disponibili diverrebbe la regola e sarebbe legale. Chi si opporrà alle quattro corsie quando non costerà più nulla tenerle aperte? Questo modo di fare è indegno di una democrazia.
Doris Leuthard rileva che il popolo può decidere già adesso. No, il popolo non può decidere sul raddoppio del Gottardo! Il popolo potrà esprimersi solo se l’Iniziativa delle Alpi ci mette tutto l’enorme impegno necessario e in appena tre mesi scarsi raccoglie 50’000 firme per un referendum. Se non lo facessimo, il secondo tubo verrebbe costruito in barba alla volontà popolare!

Il trasferimento funziona
Una seconda canna stradale al Gottardo saboterebbe il trasferimento dalla strada alla ferrovia del traffico merci attraverso le Alpi. Attualmente il trend va nella giusta direzione. Il quantitativo totale delle merci trasportate su strada e ferrovia è sì cresciuto nel 2013 per raggiungere quasi 38 milioni di tonnellate, ma il numero di transiti di camion è sceso del 5,5 per cento. Complessivamente sono stati censiti 1143 milioni di autocarri. La parte della ferrovia nel traffico delle merci attraverso le Alpi è cresciuta del 3% al 66,1 per cento. Questa tendenza mostra che il trasferimento può riuscire. Dalle Alpi svizzere transitano però sempre ancora più camion di quanto permette la legge, cioè 1 milione all’anno (obiettivo intermedio 2011). Il Consiglio federale dovrebbe quindi reagire, adottando misure supplementari come la borsa dei transiti alpini – e questo proprio anche in vista dell’apertura della galleria di base del Gottardo nel 2016.
PS: Probabilmente il Consiglio nazionale tratterà il raddoppio del Gottardo solo in autunno.