La borsa dei transiti alpini è fattibile sia tecnicamente, sia riguardo alla gestione. Permetterebbe di ottenere il trasferimento del traffico pesante su ferrovia richiesto dall’articolo costituzionale di protezione delle Alpi, in modo finanziariamente efficiente e senza discriminazioni. Lo conferma uno studio commissionato dalla Confederazione.
aa. Il rapporto di esperti ha esaminato due tipi di sistema: un semplice sistema di prenotazione («slot-management a prezzi dinamici») e una vera e propria borsa dei transiti alpini («cap-and-trade»), secondo la proposta dell’Iniziativa delle Alpi. Secondo il parere degli esperti, entrambi i sistemi sono realizzabili. Il sistema di prenotazione verrebbe attivato solo nei pochi giorni di congestionamento, non contribuendo perciò a trasferire il traffico merci su ferrovia ed evitando esclusivamente le colonne di automezzi pesanti. La borsa dei transiti alpini invece mira all’obiettivo del trasferimento. Gli esperti presumono però che per la realizzazione della borsa dei transiti sia necessaria una modifica dell’accordo sui trasporti terrestri con l’UE. La questione non è però stata analizzata dal punto di vista giuridico. Gli esperti consigliano di introdurre la borsa dei transiti alpini di comune accordo con i paesi confinanti, in modo da evitare il traffico di aggiramento. I «tickets» che danno diritto al passaggio attraverso le Alpi con il mezzo pesante potrebbero venir trasmessi elettronicamente e quindi stampati o venir mandati tramite cellulare. Il prezzo di un biglietto è stimato in ca. 130 euro. Tale prezzo procurerebbe nel 2009 entrate annuali per 90 mio. di euro, che potrebbero essere investiti per la riduzione degli effetti negativi del traffico pesante o per il miglioramento dell’offerta ferroviaria.
Diritti di transito su strada Sulla questione dei diritti di transito, il rapporto si discosta dalla variante sostenuta dall’Iniziativa delle Alpi. A nostro parere, si potrebbe evitare un conflitto con l’accordo sui trasporti terrestri se tali diritti per attraversare le Alpi su strada venissero distribuiti gratuitamente a chi utilizza la ferrovia. Chi trasporta x tonnellate di merce per ferrovia otterrebbe un diritto di transito su strada, che può poi usare o vendere in borsa. Il ricavato dalla vendita andrebbe alla ditta di trasporto e non allo Stato. Lo Stato ne approfitta in quanto non deve più sovvenzionare il trasporto merci su rotaia. I risultati di questo studio, attesi da tempo, costituiscono un importante passo avanti. Il Consiglio federale deve ora esprimere il suo sostegno di principio alla realizzazione e avviare i lavori preparatori necessari. Egli avrà l’opportunità di esprimersi a questo proposito nell’ambito del messaggio sulla legge d’applicazione dell’ articolo per la protezione delle Alpi, che manderà in consultazione entro quest’estate.
Reazioni positive Le reazioni positive, sia in Svizzera che all’estero, sono già molto numerose. La professoressa di diritto europeo a Friburgo Astrid Epiney ritiene che la borsa dei transiti alpini sia compatibile con il divieto di contingentamento previsto dall’accordo sui trasporti terrestri, se la si considera una «misura ragionevole e non dettata da motivi di carattere economico»…, «giustificata da un interesse pubblico – quale la protezione dell’ambiente e della salute». Epiney fa riferimento all’articolo 28 del trattato della Comunità europea. PS e PPD si sono espressi già due anni fa a favore della borsa dei transiti alpini in occasione della consultazione del Consiglio federale sul sistema di prenotazione. «(Rispetto a un sistema di prenotazione) sarebbe meglio sfruttare i vantaggi derivanti dall’eliminazione delle colonne con una borsa dei transiti alpini» scriveva in febbraio il consigliere nazionale PS Andrea Hämmerle nell’organo d’informazione del suo partito: «Il PS chiede che vengano presi tutti i provvedimenti e messi a disposizione i mezzi finanziari necessari ad una politica sostenibile di trasferimento. Tra questi figura anche la borsa dei transiti alpini». La LITRA, il servizio d’informazione per i trasporti pubblici, la richiede già da lungo tempo. Il pubblicista e scrittore Aurel Schmidt, ex redattore della Basler Zeitung, ritiene che la borsa dei transiti alpini sia «una buona cosa»: «In questo modo si potrebbero evitare molte corse a vuoto e i trasporti inutili (per esempio di acque minerali)». Richard Mergner, portavoce per la politica dei trasporti del BUND (lega tedesca per la protezione della natura e dell’ambiente), definisce «la borsa dei transiti alpini uno strumento innovativo per ridurre il trasporto merci su strada, in combinazione con le necessarie prescrizioni di diritto ordinario e con la TTPCP svizzera. Andrebbe quindi applicato, affinché uomo e natura possano finalmente tirare un sospiro di sollievo».